La pioggia nell’arte giapponese

Un tratto distintivo dell’arte giapponese è la presenza della pioggia come soggetto dell’opera d’arte. Abbiamo avuto modo di parlare in precedenza della peculiare sensibilità dell’animo giapponese per l’alternarsi delle stagioni con i loro segni di riconoscimento quali le diverse fioriture e le condizioni atmosferiche, incluse la pioggia e la neve. Tale sensibilità accomuna l’arte figurativa con la poesia: nell’haiku, infatti, un elemento ricorrente è il kigo, ossia il riferimento espresso o implicito alla stagione in corso. Tipica del Giappone è dunque una vera e propria poetica della natura e delle stagioni. All’interno di questa poetica si colloca la particolare sensibilità per la pioggia nei suoi differenti aspetti e manifestazioni. Anche la pioggia rientra infatti fra i segni stagionali ed in particolare caratterizza, oltre all’autunno, il periodo che va dal mese di giugno fino ai primi di luglio che costituisce, appunto, la stagione delle piogge in Giappone. Simbolo della stagione è l’ortensia che sboccia in queste particolari condizioni climatiche dando luogo a lussureggianti fioriture oggetto di hanami. Oltre ad essere contemplata insieme agli altri aspetti stagionali a causa della sensibilità naturalistica giapponese, la pioggia, in particolare quella primaverile, è vista come una benedizione nella cultura contadina del Giappone in quanto necessaria alla crescita del riso, essenziale per l’alimentazione.

Mentre dunque nell’arte occidentale la pioggia è pressochè assente perché, mancando una simile sensibilità all’elemento stagionale, si ritiene che la sua rappresentazione offuschi e nasconda l’immagine, nell’arte giapponese essa assume un rilievo autonomo ed anziché nascondere esalta il paesaggio immergendolo nella sua realtà stagionale ed atmosferica. Dal punto di vista giapponese infatti un paesaggio privo di variazioni atmosferiche non sarebbe naturale.

Utagawa Hiroshige, Sudden Shower over Shin-Ōhashi bridge and Atake (大はしあたけの夕立 Ōhashi atake no yūdachi), 1857
Utagawa Hiroshige, Sudden Shower over Shin-Ōhashi bridge and Atake, 1857

Nell’opera di Hiroshige la pioggia, obliqua, scende da nere nubi realizzate con la tecnica del bokashi che consiste nel creare sfumature di colore dall’effetto tridimensionale, come nella pittura. Si noti inoltre che l’incisione di fitte linee perfettamente dritte nel legno richiede una particolare perizia. Dunque, nell’ambito dell’ukiyo-e, la rappresentazione della pioggia, oltre ad avere una valenza poetica, è anche una prova di notevole abilità tecnica.

L’inquadratura è asimmetrica: il ponte non è rappresentato frontalmente, ma di sbieco ed anche la linea dell’orizzonte che coincide con l’altra sponda del fiume è obliqua. Questa particolare rappresentazione dello spazio è ricollegabile al principio estetico giapponese di asimmetria descritto dal critico d’arte Okakura Kakuzō nel Libro del tè, per il quale la forma simmetrica è già compiuta e non richiede alcuno sforzo di fantasia, mentre quella asimmetrica, imperfetta, incompiuta spinge la mente umana a compiere un processo dinamico che attraverso l’immaginazione crea la forma perfetta.

Infine le figure che camminano sul ponte alla frettolosa ricerca di un riparo e la barca in rapido spostamento sullo sfondo conferiscono all’immagine l’idea del movimento.

Quest’opera, forse per la sua particolare inquadratura o forse per la peculiarità della rappresentazione della pioggia, colpì e influenzò Van Gogh che ne realizzò una copia molto simile. Da quel momento la pioggia è stata più frequentemente rappresentata nell’arte occidentale.

Attributed to Torii Kiyomitsu, Amagoi Komachi Komachi Praying for Rain, ca. 1765, Metropolitan Museum of Art
Attributed to Torii Kiyomitsu, Komachi Praying for Rain, ca. 1765, Metropolitan Museum of Art

L’opera di Torii Kiyomitsu (1735–1785) è ispirata alla leggenda della bellissima poetessa del nono secolo Ono no Komachi. Il racconto narra che quest’ultima, al fine di invocare la pioggia, avrebbe scritto una preghiera in forma di poesia su un biglietto e l’avrebbe posto all’interno di una barca in miniatura che avrebbe poi abbandonato alle acque di uno stagno nel giardino imperiale. Subito, la forza della poesia avrebbe provocato la pioggia che sarebbe durata per tre giorni. Tale leggenda rende l’idea dell’importanza della pioggia per la società giapponese tradizionale, nonché della sua concezione poetica.

La raffinata composizione, imperniata sulla rappresentazione di una coppia di figure, risponde al canone estetico giapponese di in yo, ossia di contrapposizione fra gli opposti. Tale principio, che affonda le sue origini nella filosofia cinese, concepisce la realtà come il risultato della contrapposizione fra buio e luce, negativo e positivo, passivo e attivo, femminile e maschile. Nell’opera in esame il contrasto fra opposti è reso dalla dialettica fra le due figure della poetessa e dell’inserviente: l’una infatti indossa i sandali mentre l’altra è scalza, l’una ha la cintura obi annodata sul davanti, l’altra sul retro, l’una indossa un kimono dalle lunghe maniche, l’altra ha le maniche corte, infine l’una ha il capo chino sulla barchetta che sta portando, l’altra ha lo sguardo rivolto verso l’alto, attento all’ombrello e alla pioggia.

Tsuchiya Koitsu, Morning Rain at Hakone, 1938
Tsuchiya Koitsu, Morning Rain at Hakone, 1938

L’opera di Tsuchiya Koitsu (1870-1949) rappresenta la pioggia di giorno, dunque in un momento particolare di luce. Koitsu è un artista noto per i sottili effetti di luce e ombra usati nelle sue rappresentazioni di paesaggio: squisitamente poetico è infatti, nell’opera in esame, l’effetto del sole che traluce attraverso il trasparente velo d’acqua della pioggia.

Terauchi Fukutaro, Night Rain under Willows
Terauchi Fukutaro, Night Rain under Willows

Il dipinto di Terauchi Fukutaro (1891-?) ritrae la pioggia di notte, dunque in un differente momento del giorno, con altri effetti di luce dati dal riflesso delle finestre illuminate e dei lampioni sul suolo bagnato. Le fronde del salice si piegano sotto gli scrosci obliqui e tutta la scena è avvolta in una densa caligine infranta da bagliori.

Takeji Asano, Rain in Kiyomizu Temple,1953
Takeji Asano, Rain in Kiyomizu Temple,1953

Infine, nella stampa di Takeji Asano (1900-1999), alla figura solitaria ritratta di spalle fa da contrappunto la sagoma maestosa della pagoda buddista. L’opera rende l’idea della sacralità della pioggia di cui possiamo immaginare il rumore nel silenzio solenne del cortile del tempio.

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https://en.wikipedia.org/wiki/Sudden_Shower_over_Shin-%C5%8Chashi_bridge_and_Atake

http://www.metmuseum.org/art/collection/search/51090

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http://www.ohmigallery.com/Gallery/Asano/Asano.htm