Le farfalle nell’arte giapponese e occidentale

Maruyama Okyo, Album of Sketches, 1776, Tokyo National Museum
Maruyama Okyo, Album of Sketches, 1776, Tokyo National Museum

Cosa sarebbero le nostre estati senza l’eterea e leggiadra presenza delle farfalle che dipingono l’aria di allegri sciami colorati? Anche i giapponesi sono sensibili a questa magia stagionale e amano molto le farfalle che rappresentano nella pittura, nell’ukiyo-e, ma anche sugli stemmi di famiglia e sui kimono tradizionali.

Poiché la farfalla è prettamente un simbolo di femminilità, nonché di matrimonio felice, essa decora i kimono e gli yukata, abiti estivi, delle donne ed esiste perfino un modo di annodare l’obi, la cintura del kimono, che ricorda una farfalla. Anche alcune pettinature tradizionali, quali lo yoko-hyogo, ricordano vagamente le ali di una farfalla.

La simbologia della farfalla è connessa all’idea di metamorfosi, di trasformazione. Ad esempio, essa rappresenta, nella cultura giapponese, la trasformazione della fanciulla in giovane donna, ma anche il ciclo della vita e della morte. Si ritiene quindi che le farfalle portino con sé le anime dei morti e dunque talora le farfalle rappresentano le anime dei defunti. Spesso nella poesia giapponese le farfalle simboleggiano le anime degli innamorati che si sono suicidati insieme.

Infine molti di noi da bambini avranno sperimentato come le farfalle siano difficili da afferrare: forse è per questo che esse sono associate, in Giappone, a misteri difficili da risolvere o problemi che conducono alla follia e si ritiene che seguire una farfalla possa sciogliere questi dubbi.

Anche l’arte occidentale, come quella orientale, si nutre di simboli. Nel mondo occidentale la farfalla, a causa del suo processo di trasformazione, rappresenta l’anima ed infatti talvolta Psiche amata da Cupido è ritratta con ali di farfalla. Tuttavia se nell’antichità la metamorfosi del bruco nella farfalla-anima può adombrare la morte, nell’occidente cristiano la farfalla che si libera dal bozzolo è diventata simbolo di vita e di resurrezione. Nelle mani di Gesù Bambino o della Madonna essa allude al credo dell’anima risorta.

Dosso Dossi, Giove pittore di farfalle, Mercurio e la Virtù, 1523-1524 circa, Castello di Wawel, Cracovia
Dosso Dossi, Giove pittore di farfalle, Mercurio e la Virtù, 1523-1524 circa, Castello di Wawel, Cracovia

Il Giove pittore di farfalle di Dosso Dossi potrebbe essere un’immagine del mondo antico che vede nelle farfalle il simbolo dell’anima e si interroga sulla possibile esistenza di una vita dopo la morte.

Katsushika Hokusai, Filosofo che osserva due farfalle, 1814-1819, da Pictures after Nature (Immagini dalla natura)
Katsushika Hokusai, Filosofo che osserva due farfalle, dall’album Immagini dalla natura, 1814-1819

In questa sua inclinazione filosofica egli assomiglia un po’, curiosamente, al filosofo ritratto da Hokusai mentre guarda rapito due farfalle che si librano nell’aria. Secondo un’interpretazione molto accreditata si tratterebbe del filosofo cinese Zhuangzi. Si narra che una notte Zhuangzi avesse sognato di essere una farfalla che volteggiava spensierata nell’aria. Al suo risveglio egli si pose una domanda: era veramente Zhuangzi quando aveva appena finito di sognare di essere una farfalla o una farfalla che aveva appena iniziato a sognare di essere Zhuangzi?

E’ interessante rilevare come le due culture, giapponese e occidentale, pur così distanti fra loro, abbiano collegato entrambe all’immagine della farfalla un simbolo dell’anima, anche se in Oriente è l’anima dei defunti, mentre in Occidente è l’anima risorta.

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http://www.katsushikahokusai.org/philosopher-watching-a-pair-of-butterflies.html