Kimono e arte giapponese

Kimono e arte giapponese

Uemura Shoen, Maiko
Uemura Shoen, Maiko

Come la cultura europea affonda le sue radici nella civiltà classica greca e latina, così i giapponesi hanno tratto spunti per la loro civilizzazione dal mondo della Cina. L’arte, la filosofia, il tè sono il frutto dell’influenza dell’universo cinese. Il kimono (letteralmente: cosa da indossare, da mono, cosa e kiru, indossare) non fa eccezione: esso è simile agli abiti in uso durante la dinastia Tang (618-907). Una sua caratteristica, oltre all’essenzialità della linea, all’eleganza delle stoffe e alle raffinate fantasie che spesso si ispirano alle stagioni, è quella di essere composto da più strati. Questi strati si sono ridotti nel tempo, per ragioni di praticità, ma anche forse per esaltare la linea del corpo che in tempi più antichi restava nascosto. La gentildonna del periodo Heian (794–1185), oltre a portare capelli lunghi fino a terra (questa lunghezza era considerata il massimo attributo di bellezza), doveva vestire dodici strati di stoffa e celarsi perennemente dietro ventagli e paraventi.

Applichiamo queste conoscenze alla lettura delle opere d’arte: riconosceremo un dipinto dell’epoca Heian o che rappresenta scene di tale periodo – ad esempio una scena tratta dal Genji Monogatari, il primo romanzo della letteratura giapponese – dal fatto che le donne sono rappresentate con lunghi capelli sciolti e voluminose vesti. Le architetture degli interni saranno costituite da cortine, porte scorrevoli e paraventi istoriati che vengono miniaturisticamente rappresentati, come un dipinto nel dipinto.

Illustrazione del Genji Monogatari, cap. 5 – Wakamurasaki, attribuito a Tosa Mitsuoki (1617–1691)
Illustrazione del Genji Monogatari, cap. 5 – Wakamurasaki, attribuito a Tosa Mitsuoki (1617–1691)

Il kimono attuale ha perso la sopravveste mo del periodo Heian e la gonna-pantalone hakama, ma conserva ancora più strati. A partire dal periodo Muromachi (1392-1573) esso è fissato al corpo con una cintura detta obi. Nel periodo Edo (1615-1868) le maniche si allungano e col loro ondeggiare diventano uno strumento di seduzione. Le maniche lunghe e fluttuanti caratterizzano ancora oggi il furisode che è il kimono delle ragazze non sposate ed è simbolo di grazia e di giovinezza. Il kimono è indossato da uomini e donne di tutte le età, sebbene l’abito maschile sia più semplice ed essenziale di quello femminile.

Kimono (furisode), periodo Meiji, XIX secolo
Kimono (furisode), periodo Meiji, XIX secolo, Museum of Fine Arts Boston

Oggi il kimono tradizionale è ancora indossato in molte circostanze, quali matrimoni, feste, cerimonie del tè. Gli stilisti lo hanno adattato alla modernità creando modelli caratterizzati da motivi decorativi che si ispirano all’astrattismo o al fauvisme.

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La prima immagine è tratta da: http://www.artelino.com/articles/shoen_uemura.asp

La seconda è tratta da: https://en.wikipedia.org/wiki/File:Ch5_wakamurasaki2.jpg