Paesaggi del Giappone: Nikko

Tra i paesaggi del Giappone, Nikko è uno dei più rappresentati nell’arte figurativa (per una guida artistica dei più famosi paesaggi giapponesi, v.: Maria Teresa Lattarulo, Luoghi famosi del Giappone. Viaggio attraverso l’arte, Progedit, 2023 https://www.progedit.com/prodotto/luoghi-famosi-del-giappone/)

Il nome di Nikkō, città situata fra i monti della prefettura di Tochigi nella regione del Kantō, a nord di Tōkyō, rievoca lo splendore del sole. In effetti, lo scenario naturalistico in cui è immersa ed i monumenti che la costellano valgono tale fama e hanno fatto sì che la città sia oggi fra i Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Tuttavia, al di là dell’innegabile valore storico dei monumenti di Nikkō, taluno li considera di un fasto eccessivo rispetto alla nota semplicità giapponese espressa dal canone del wabi sabi. Ed infatti essi portano il marchio dei Tokugawa, dinastia di shōgun che diedero il nome ad un periodo della storia giapponese (detto anche periodo Edo, 1615-1868) e che, attraverso l’opulenza dei loro mausolei, vollero imprimere nell’immaginario popolare l’importanza sacrale del loro governo. Nei dintorni della città si trovano sorgenti termali e un parco naturale, il parco nazionale di Nikkō, con cascate e splendidi scenari montuosi. Anche le montagne intorno alla città sono considerate sacre, forse per la loro particolare bellezza.

Toshi Yoshida, Santuario Tōshōgū a Nikko, 1940, WikiArt

L’edificio religioso più importante, rappresentato nella stampa shinhanga sopra riportata, è sicuramente il santuario Tōshō dedicato allo shōgun Tokugawa Ieyasu (1543-1616). Questo signore della guerra fu l’iniziatore della dinastia dei Tokugawa che si insediò al governo in Giappone a seguito dell’unificazione del paese ad opera dei condottieri Oda Nobunaga (1534-1582) e Toyotomi Hideyoshi (1537-1598). La dinastia entrò in carica a partire dal XVII secolo, avendo come centro Edo, l’attuale Tōkyō. L’imperatore, nell’antica capitale Kyōto, era ormai relegato ad un ruolo marginale. Ostile al cristianesimo, che minacciava la stabilità dello shogunato, Ieyasu impose una politica di contrasto e vera e propria persecuzione che contribuì a condurre, da parte dei suoi successori, alla creazione del regime di sakoku o isolamento del Giappone da qualunque influenza straniera. Alla sua morte fu fatto divinizzare e venerare in questo mausoleo che divenne meta di pellegrinaggio. L’edificio di Nikkō, situato in una foresta di cedri giapponesi e caratterizzato dai colori vivaci e dalle molte sculture in legno, è una testimonianza dell’artigianato di quel periodo. La stampa, dal taglio asimmetrico, sottolinea lo scenario naturale che lo avvolge.

Kawase Hasui, Cancello Yōmei a Nikkō, 1930, Los Angeles County Museum of Art

La stampa di Kawase Hasui riprende più da vicino, sempre di scorcio, il cancello Yōmei del santuario Tōshō con i suoi molti decori e un officiante shintoista che vi si reca per il culto, mentre lanterne di granito spuntano da terra ed alti cedri svettano verso il cielo.

Tsuchiya Koitsu, Santuario Futasaran a Nikkō, 1930 ca., Art Institute of Chicago

Il santuario Futasaran (VIII sec.) è dedicato alla venerazione delle tre montagne sacre di Nikkō. Sempre inserito in un magnifico scenario naturale, ha al suo interno un giardino con alberi antichi. Nella stampa shinhanga in esame, una pioggia luminosa dilava i contorni di alberi, tetti e montagne, mentre l’imponente torii d’ingresso si riflette sul pavimento lucido e specchiante.

Kawase Hasui, Neve al ponte sacro di Nikkō, 1930, Minneapolis Institute of Art

Fa parte del santuario Futasaran il ponte sacro di Nikkō o ponte Shin. Secondo la leggenda, un monaco che doveva recarsi sul monte Nantai fu fermato dal fiume Daiya. Pregò allora la divinità del fiume perché gli fosse consentito il passaggio ed essa inviò dei serpenti che si intrecciarono a formare il ponte. Un tempo l’attraversamento del ponte di Nikkō era consentito solo a pochissime persone, oggi lo è a tutti. Nella stampa sopra riportata, la sottile curva vermiglia del ponte, a contrasto con il bianco della neve, suscita un’idea di delicata bellezza sospesa nel silenzio e nel vuoto.

Kawase Hasui, Neve al ponte Shin, Nikkō, 1930, Art Institute of Chicago

L’arte giapponese ha sempre colto la poesia del paesaggio così come immerso negli elementi atmosferici, come la pioggia e la neve. Qui le raffiche di neve si intensificano talmente da cancellare quasi il cielo oscurato, gli alberi e il fiume in un tormentoso vortice di bianco che fa pensare a contaminazioni col romanticismo e il divisionismo.

Utagawa Hiroshige, Cascate viste da dietro presso la montagna di Nikkō nella provincia di Shimotsuke, dalla serie Luoghi famosi nelle sessanta e più province, 1853, Minneapolis Institute of Art

Nella stampa ukiyoe dai contorni netti, il volume della cascata di Urami è reso mediante le sfumature del bokashi. La verticalità del formato e l’audace doppia prospettiva, dall’alto e frontale, conferiscono maestosità alla cascata. La curiosità di questo luogo aspro e scosceso è che il salto della massa d’acqua è talmente significativo da consentire ai viandanti di passarvi sotto e di guardare la cascata da dietro.

Takahashi Hiroaki, La cascata di Shiragumo a Nikkō, 1910 ca., Los Angeles County Museum of Art

Le cascate di Shiragumo hanno l’aspetto di sottili nastri d’acqua che, a fiotti, si riuniscono sulla roccia scura a formare bianche masse di acqua ricadente. La verticalità della composizione di questa stampa shinhanga dai tenui colori è graziosamente interrotta dal ponte con le figure femminili in contemplazione.

Kawase Hasui, Cascate di Kegon, Nikkō, 1931, Los Angeles County Museum of Art

Adattabilità, energia, perenne scorrere in una forma che è sempre la stessa: tutto questo sono le cascate nella cultura giapponese. Nel paesaggio autunnale che riportiamo è raffigurata la cascata di Kegon, una delle più alte del Giappone. Superati i contorni nitidi dell’ukiyoe, l’acqua è una massa senza bordi che solleva vapori sulla roccia graffiata.

Kawase Hasui, Lago Chūzenji a Nikkō, 1930, Minneapolis Institute of Art

Il lago di origine vulcanica Chūzenji è una località molto accorsata, soprattutto quando si colora delle sfumature dell’autunno o della primavera. In questa stampa shinhanga il sereno monte Nantai è visto frontalmente dalla riva rappresentata di scorcio. Sui maestosi versanti, giochi di luce sfumano dal rosso nell’azzurro. La vela richiama le nuvole che si confondono con le chiome ramate degli alberi.

Kawase Hasui, Sorgente termale Yumoto, Nikkō, 1937, Los Angeles County Museum of Art

Le sorgenti termali Yumoto sorgono in uno scenario montuoso fra i più affascinanti. Nella stampa in commento, attraversata da un ramo sottile, i piani delle montagne si dissolvono in prospettiva aerea nella luce del crepuscolo.

Kawase Hasui, Un viale di criptomerie a Nikkō, 1930, Los Angeles County Museum of Art

Anche la lirica dei momenti del giorno, dall’alba al crepuscolo alla notte, pervade l’arte giapponese. Nella stampa shinhanga in commento è raffigurato un “viale di criptomerie” (o cedri giapponesi), un’ampia e solenne strada illuminata dalla luna e fatta solo di alberi e cielo stellato.

I paesaggi di altri luoghi e città del Giappone si trovano in:

Maria Teresa Lattarulo, Luoghi famosi del Giappone. Viaggio attraverso l’arte, Progedit, 2023 https://www.progedit.com/prodotto/luoghi-famosi-del-giappone/

https://www.amazon.it/Luoghi-famosi-Giappone-Viaggio-attraverso/dp/8861946135/

https://www.lafeltrinelli.it/luoghi-famosi-del-giappone-viaggio-libro-maria-teresa-lattarulo/e/

https://www.mondadoristore.it/Luoghi-famosi-Giappone-Maria-Teresa-Lattarulo/eai978886194613/

https://www.ibs.it/luoghi-famosi-del-giappone-viaggio-libro-maria-teresa-lattarulo/e/9788861946132

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