Kaii Higashiyama: poesia ed eterea bellezza

Kaii HigashiyamaE’ un tardo pomeriggio o, forse, un crepuscolo quello che Kaii Higashiyama ritrae con tenui, soffuse, ma profonde gradazioni di azzurro nel dipinto Song of Silence (1981). Il momento preciso ed il luogo sono però sospesi, indefinibili: sono un momento e un luogo dell’anima, del ricordo e del sogno. Filari di alberi svettanti verso il cielo si specchiano nel lago, perdendosi all’orizzonte. Lo spazio è amplissimo nelle sue tre dimensioni, la lunghezza della sponda del lago, l’altezza degli alberi duplicata dal loro riflesso, la profondità delle loro file. Tutto sembra respirare di un respiro immenso del quale anche l’osservatore partecipa: il silenzioso respiro della natura, la sublime canzone del silenzio, così solenne e così quieta.

Kaii Higashiyama Sulle sponde di un lago è pure ambientato il dipinto Moon Reflection (1999): qui tonalità di azzurro e di verde brillanti rendono l’effetto di un chiarore lunare quasi vivido. La luna non è ritratta, ma evocata dal suo riflesso: l’assenza dell’oggetto rafforza la suggestione da esso esercitata. Nello shintoismo ogni cosa è specchio di tutte le altre: dunque il lago specchiante è luna e la luna è lago di luce.

Kaii HigashiyamaIn Castle of Snow (1970) natura e civiltà si confrontano: la prima è rappresentata da un rovo intriso di neve, la seconda dal castello in lontananza. La neve stessa sembra formare castelli luminosi e ghiacciati su rami e fronde. Il bianco usato dal pittore riflette la luce. I piani spaziali sono segnati dai rami e dal castello in fondo, visto attraverso i rami e in essi inquadrato. Questa costruzione spaziale è tipica della prospettiva giapponese nella quale un paesaggio è rappresentato quasi lo si stesse guardando stando dietro ad un ostacolo visivo, come nel Giardino dei pruni in Kameido di Hiroshige (1856-58).

Kaii Higashiyama (8 luglio 1908 – 6 maggio 1999) è stato un esponente della corrente Nihonga. Dopo un brillante esordio giovanile con dipinti a olio che si ispiravano all’arte occidentale, suo padre lo consigliò nel senso dell’adozione di uno stile, quale il Nihonga, che fosse prettamente giapponese. Il Nihonga infatti, nei soggetti e nelle tecniche, si ispira alle correnti dell’arte giapponese tradizionale. Il giovane Higashiyama si formò dunque presso la Tokyo University of Fine Arts e ben presto il suo primo dipinto in stile Nihonga fu ammesso dal gruppo “Nitten” alla sua mostra annuale. La formazione di Kaii Higashiyama proseguì nei suoi viaggi all’estero, nel corso dei quali ebbe modo di conoscere gli artisti del Rinascimento italiano e di subirne profondamente il fascino. Viaggiò molto anche in Scandinavia della quale ritroviamo forse la suggestione in alcuni suoi paesaggi. Nei dipinti di Higashiyama c’è dunque il ricordo dell’Europa, ma c’è anche il Giappone: soprattutto il mare e le lande dell’altopiano di Oze nella prefettura di Gumma, circondate di alte montagne, dove amava rifugiarsi.

Come altri esponenti del Nihonga (Uemura Shoen e Yokoyama Taikan) visse drammaticamente gli anni della seconda guerra mondiale anche se, a differenza di altri artisti dell’epoca, non si cimentò in dipinti patriottici, ma si dedicò ad illustrare libri per bambini. L’artista è ricordato non solo per i suoi dipinti su carta washi, ma anche per i murales fusuma-e (nello stile delle porte scorrevoli fusuma delle dimore tradizionali giapponesi) realizzati per una casa giapponese che fu costruita a Nagoya nel 1953 in occasione di una mostra al Museo di arte moderna di New York. Altri suoi murales furono commissionati dall’Imperatore. Dipinse infine paesaggi murali in stile giapponese e cinese per il tempio Tōshōdai-ji nel 1975 e nel 1980.

L’artista soleva dire che un pittore Nihonga non possa che dipingere in Giappone: il clima del Giappone è umido, adatto alla pittura tradizionale con pigmenti naturali, dalla consistenza quasi sabbiosa. Tutta la poetica di Kaii Higashiyama è fondata sulla peculiare tecnica del Nihonga, a sua volta ispirata all’arte Rinpa: essa consiste nel frantumare i pigmenti in frammenti di grandezze diverse, in modo da creare effetti di profondità e chiaroscuro. Dunque tali effetti non sono dati dalla diluizione del colore, ma dalla grandezza dei frammenti. Le atmosfere di sogno dei quadri di Higashiyama, con le loro tenui gradazioni di colore e la loro eterea bellezza, la loro luce ora soffusa ora vivida, devono molto all’uso dei pigmenti nella secolare tradizione giapponese.

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Le opere di Kaii Higashiyama sono esposte al

Nagano Prefectural Shinano Art Museum, Higashiyama Kaii Gallery

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