Ventaglio e arte giapponese

Ventaglio e arte giapponese

Tawaraya Sōtatsu, Paravento con ventagli sparpagliati (dettaglio), inizi XVII sec., Freer Gallery of Art

La storia del ventaglio in Giappone non riguarda solo il costume, ma si intreccia strettamente con l’arte e la poesia. I giapponesi conoscevano due tipi di ventaglio: l’uno, l’uchiwa, piatto, di forma tonda o ovale, di derivazione cinese e l’altro, ōgi o sensu, di tipo pieghevole, inventato dai giapponesi nel VII secolo.

Suzuki Harunobu, Ragazzo che vende ventagli, Museum of Fine Arts, Boston
Suzuki Harunobu, Ragazzo che vende ventagli, Museum of Fine Arts, Boston

Mentre la prima tipologia era più comunemente usata per rinfrescarsi nella calura estiva, la seconda, di più elaborata realizzazione e con la proprietà di aprirsi e richiudersi secondo una complessa gestualità, aveva usi differenti. Di carta o seta dipinte o decorate con iscrizioni calligrafiche e montate su listelli di legno di cipresso, i ventagli ōgi erano fabbricati dalle donne e dipinti dagli uomini. Essi erano impiegati nella danza, dagli attori Noh o Kabuki, dai samurai per inviare segnali o anche come arma. Dunque riconosceremo nelle opere d’arte una danzatrice, un attore o un samurai per il fatto di essere dotati di ventaglio ōgi. Esso era anche un indicatore di status ed era usato durante le più importanti cerimonie imperiali.

Molto praticati erano inoltre giochi di società che consistevano in comparazioni di ventagli o nell’uso di questi ultimi per colpire un bersaglio.

Ventaglio e arte giapponese

Utagawa Kunisada (Toyokuni III), Gioco del lancio del ventaglio (Tōsenkyō), circa 1847-1852, The Los Angeles County Museum of Art (in basso a sinistra, sul tappeto, il bersaglio da colpire)

Un altro gioco consiste nel lanciare i ventagli in acqua per vederli galleggiare. Esso è ispirato alla storia di un principe che, attraversando con il suo seguito un ponte in Kyoto, aveva gettato il suo ventaglio nel fiume. L’effetto era stato così suggestivo che tutta la sua corte ne seguì l’esempio. Attualmente il lancio dei ventagli in acqua è un modo per salutare la fine della calura estiva e l’arrivo dell’autunno.

Ventaglio e arte giapponese

Ventagli e nuvole su rocce e acqua, paravento inizi del XVII secolo (bottega Sōtatsu?), Freer Gallery of art

Non solo i ventagli in sé erano dipinti, ma costituivano anche un soggetto pittorico: i ventagli dipinti diedero vita al genere pittorico dell’ uchiwa-e o del senmenga (quest’ultimo riguardante i ventagli ōgi); i ventagli come soggetto pittorico ricorrevano nelle decorazioni dei paraventi o di libri di poesie di cui diremo fra poco. Molto diffusa era anche la decorazione dei kimono con fantasie di ventagli, come si può vedere qui. La scuola Rinpa, fondata da Sōtatsu e Kōetsu e avente come principale esponente Ogata Kōrin, è nota per aver usato il ventaglio come soggetto artistico.

Molti altri artisti si dedicarono alla decorazione di ventagli: ne abbiamo già considerato due esempi, di Sesson Shukei e Hiroshige, qui e qui.

Infine, la storia del ventaglio si intreccia con quella della poesia. Conosciamo un genere letterario, l’ōgi no sōshi (libro di ventagli), che consisteva in raccolte di poesie waka illustrate da figure contenute in ventagli. Tale genere, diffusosi nel primo periodo Edo (1615-1868), affonda le sue radici nell’usanza dell’aristocrazia del periodo Heian (794-1185) di organizzare delle competizioni a squadre che consistevano nel formulare delle poesie su un determinato soggetto. Le poesie più belle erano selezionate da un giudice e infine raccolte in libri insieme a delicate immagini che le illustrassero.

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