L’attore di kabuki Ichikawa Omezo nel ruolo del servo Ippei di Tsuki

L’attore di kabuki Ichikawa Omezo nel ruolo del servo Ippei (1794), di Tōshūsai Sharaku, Nara Prefectural Museum

SharakuLa stampa in esame, del tipo yakusha-e, raffigurante l’attore di kabuki Ichikawa Omezo, presenta tutte le caratteristiche del genere ukiyo-e esaminate in precedenza, cioè la fluidità delle pieghe del panneggio e il dinamismo della linea che definisce il volto, gli arti e le mani. Qui il gesto è quello di brandire una spada katana, ma anche in quest’opera la mano è definita nella collocazione precisa delle singole dita intorno all’elsa, tale da garantire una forte presa e un movimento rapido. Nel viso l’idealizzazione ha lasciato completamente il posto ad una fisionomia individuale, anzi, potremmo dire una fisiognomica, dal momento che attraverso la descrizione dei lineamenti, in particolare del grande naso aquilino, si evince quasi la personalità del soggetto. Il volto è contratto in un’espressione di grande intensità, come si rileva dalle pupille convergenti e dalla bocca a fessura. La maschera è ulteriormente enfatizzata dal trucco di occhi e sopracciglia. La scena proviene dalla commedia kabuki “Koinyobo somewake tazuna” e il personaggio in questione sta affrontando il capo di una banda di ladri. Nell’atto di difendersi egli scuote la testa: tale movimento è forse reso dalle ciocche di capelli sollevate da entrambi i lati della tradizionale pettinatura chonmage.

Della vita di Tōshūsai Sharaku si conoscono ben poche notizie. Un elemento che colpisce è l’estrema rapidità della sua carriera che si sarebbe svolta fra la fine del 1794 e l’inizio del 1795. Secondo alcune fonti si sarebbe trattato di un attore al servizio di una famiglia nobile ritiratosi presto dalle scene per volere del suo padrone che non avrebbe approvato l’ambiente del teatro kabuki.

Secondo altri dietro il suo nome si celerebbe una pluralità di artisti che avrebbero alluso scherzosamente all’inesistenza del personaggio individuale attraverso il gioco di parole con il termine giapponese: “Sharakusai!” che significa: “Ti sbagli!”.

Di sicuro la sua arte è stata profondamente innovativa a causa dell’intenso realismo che la caratterizza ed anche per questo non riscosse consensi fra il pubblico dell’epoca, essendo invece rivalutata solo a partire dalla fine del XIX secolo. Oggi Tōshūsai Sharaku è considerato fra i più grandi artisti giapponesi ed il primo “moderno”.

Nell’ambito dell’ukiyo-e Sharaku ha adottato, proprio al fine di ritrarre gli attori di kabuki, la tecnica dell’ōkubi-e, o ritratto ampio. In esso l’autore ritrae solo la testa ed eventualmente la parte superiore del busto del soggetto, enfatizzandone l’espressività e l’individualità, come abbiamo avuto modo di considerare a proposito dell’opera in esame. Si tratta davvero di un espediente “moderno”, paragonabile ad un primo piano fotografico.

Molto usata da questo autore è anche la tecnica del kira-e che consiste nel cospargere lo sfondo con polvere di mica.

L’immagine è stata tratta da: https://www.google.com/culturalinstitute/asset-viewer/kabuki-actor-ichikawa-omezo-as-male-servant-ippei/NAGzKSDz7mmjjA?hl=it&projectId=art-project