Scorciatoie nel cielo

Scorciatoie nel cielo

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La giovane donna affacciata ad un balcone è ritratta in quel momento del pomeriggio in cui sorge la luna. La luce azzurrina si accorda con le tonalità del vestito che presenta le tradizionali fantasie degli abiti femminili giapponesi. Un particolare insolito è la trasparenza della mantellina che avvolge il busto, attraverso la quale è possibile vedere la stoffa a fantasia geometrica di colore bianco e rosso. Il fiocco dalle tonalità pastello rosa e verde si addice alla freschezza dell’insieme e forse corrisponde allo stile di pettinatura dello shimada del tipo momoware. La trama finissima dei capelli vela delicatamente la fronte e l’orecchio. L’espressione è sognante.

La visione di questo quadro della pittrice Uemura Shōen mi ha ispirato, per associazione fra parole e immagini, il ricordo di un haiku, anch’esso di una donna, una poetessa giapponese del seicento, Den Sute-jo: “Vi sono scorciatoie / nel cielo, / luna d’estate?”. Mi pareva che i versi traducessero i pensieri e lo stato d’animo della fanciulla: è una giovane donna piena di sogni che forse aspetta l’amore e sembra chiedere alla luna nascente se nel suo mondo magico e celeste esistano scorciatoie per la felicità.

Den Sute-jo (1633-1698), il cui nome significa “abbandonata”, nacque in una famiglia benestante e si sposò giovanissima. Insieme al marito intraprese studi di poesia col maestro Kitamura Kigin. Rimasta vedova, come d’uso all’epoca diventò monaca e, in età matura, discepola del maestro zen Bankei.

Oltre che nell’haiku, poesia breve di sole diciassette sillabe, si distinse anche nel tanka, un genere di poesia di media lunghezza. Il suo stile si caratterizza per l’uso dei giochi di parole.

By Tsuki

L’haiku è stato tratto da Poesie Zen a cura di Stryk e Ikemoto, 2010.