Fiori e pensieri

Fiori e pensieri

Fiori e pensieriIl senso giapponese della presenza del divino nella natura ha ispirato le opere di due grandi artisti: il pittore Hiroshige nell’opera che ho commentato qui  e il poeta Bashō Matsuo nell’haiku che recita:

Potessi vedere

dischiuso nei fiori

il volto di Dio.

Bashō nacque nei pressi di Kyoto nel 1644 da una famiglia di samurai. Dopo una breve pratica militare divenne monaco zen. Manifestò una precoce inclinazione per la poesia e pubblicò i suoi primi componimenti a Kyoto. Successivamente si spostò a Edo (l’attuale Tokyo) dove, dal 1676, fu riconosciuto come maestro di haiku ed ebbe diversi allievi. Uno di questi gli fece dono di un banano (bashō in giapponese) ed egli lo piantò nel giardino della sua casa che, da quel momento, fu conosciuta come casa di Bashō. Il poeta decise allora di assumere questo nome anche come manifestazione di umiltà, perché il banano nel clima del Giappone non fa frutti e quindi è un albero inutile. Nel 1684 iniziò un viaggio da Edo al monte Fuji e ritorno che gli ispirò un diario di viaggio fatto di racconti e poesie. Compì successivamente altri viaggi fino al 1691, quando ritornò ad Edo. I suoi viaggi furono fonte di ispirazione per i libri che scrisse e per le raccolte di poesie. Nel 1694 lasciò Edo per andare a Osaka dove morì.

Bashō è considerato uno dei più grandi poeti giapponesi e l’iniziatore del genere dell’haiku come forma poetica autonoma. La sua vita fu semplice e povera, ispirata al principio di karumi o leggerezza ed anche la sua estetica fu improntata al principio zen di wabi-sabi, ossia di bellezza sobria o non esuberante.

By Tsuki

L’haiku è tratto dall’antologia Il muschio e la rugiada a cura di Riccò e Lagazzi, Milano, 2014.