Immagini della pioggia nell’arte giapponese

La pioggia è un tema che in Giappone accompagna il periodo fra la primavera e l’inizio dell’estate (per un approfondimento del tema della pioggia e di altri temi e motivi ricorrenti nell’arte giapponese, v. Maria Teresa Lattarulo, L’arte figurativa giapponese. Fiori, bellezze, visioni. 1400-2000, Progedit, 2021, https://www.progedit.com/pro…/larte-figurativa-giapponese/ ).

La pioggia di prima estate, o samidare, è collegata al risveglio della natura. A partire dall’ukiyoe, le stampe del mondo fluttuante, essa è stata molto rappresentata sia nel paesaggio, con effetti scenografici, sia nelle scene di vita quotidiana, con significati romantici.

Una fitta pioggia a righe incrociate vela il paesaggio e il ponte dall’audace inquadratura, con effetto atmosferico.

Utagawa Hiroshige, Acquazzone improvviso sul ponte Ōhashi e su Atake, dalla serie Cento famose vedute di Edo, 1857, The Metropolitan Museum of Art

Qui il taglio del ponte conduce lo spettatore sulla scena, con giochi di pioggia e sole.

Utagawa Hiroshige, Pioggia con sole al Nihonbashi, 1833-34, The Metropolitan Museum of Art

L’effetto brumoso di una pioggia notturna presso il maestoso pino di Karasaki è reso mediante l’eliminazione della linea di contorno. Il risultato è “impressionistico”.

Utagawa Hiroshige, Pioggia notturna a Karasaki, dalla serie Otto vedute di Ōmi, ca. 1835, The Metropolitan Museum of Art

Fiotti di luce trapelano nella pioggia; il fuggi fuggi in opposte direzioni dà alla scena un tocco umoristico.

Utagawa Hiroshige, Pioggia bianca a Shōno, 1797–1861, The Metropolitan Museum of Art

Lo sfondo fangoso dai contorni indistinti è appena visibile sotto una cortina di pioggia sottilissima.

Utagawa Kuniyoshi, Ochanomizu nella pioggia, metà del XIX secolo, The Metropolitan Museum of Art

All’inizio dell’estate, una pioggia azzurrina cade sui campi di riso e sulle attività degli uomini.

Utagawa Kunisada (Toyokuni III), Pioggia del quinto mese (samidare), XIX secolo, The Metropolitan Museum of Art

I fasci di pioggia cambiano colore a seconda della luce, creando una cortina traslucida.

Utagawa Toyokuni II, Pioggia notturna a Ōyama, dalla serie “Otto vedute famose di Kanagawa”, ca. 1830, The Metropolitan Museum of Art

In questa scena notturna, ambientata in una casa di piacere, la pioggia non si vede, ma è evocata dalla finestra. L’estate è suggerita dai colori vivaci dei kimono. Una donna si assopisce, cullata dal dolce suono della pioggia insieme a quello della teiera.

Suzuki Harunobu, Pioggia notturna al padiglione a due piani, dalla serie Otto viste del salotto, 1766 ca., The Metropolitan Museum of Art

Una geisha si reca ad una festa serale a suonare lo shamisen; mentre la pioggia cade fitta, la lampada, portata dall’attendente insieme allo strumento musicale, illumina trasversalmente la notte.

Kitagawa Utamaro, Geisha e attendente in una notte di pioggia, 1797 ca., The Metropolitan Museum of Art

La pioggia primaverile e lo spuntare delle iris si addicono alla freschezza giovanile delle fanciulle.

Suzuki Harunobu, Cogliendo le iris nella pioggia, 1767-68, Museum of Fine Arts, Boston

Due giovani sono sorpresi da un acquazzone durante una ricerca di ciliegi da ammirare (sakuragari). Mentre lui apre l’ombrello, lei si ripara con la lunga manica del furisode. L’essere inzuppati dalla pioggia assume una sfumatura romantica, come si desume dalla poesia nella nube: “Mentre cerchiamo i fiori di ciliegio, comincia a piovere, eppure anche se ci inzuppassimo, saremo ancora all’ombra di questi alberi in fiore”[1].

Suzuki Harunobu, Giovane uomo e donna colti dalla pioggia mentre ammirano i fiori di ciliegio (sakuragari), 1768-70 ca., The Metropolitan Museum of Art

In questa stampa shinhanga i colori sono tenui e il paesaggio evanescente emerge in lontananza dietro il velo di una pioggia bianca.

Hashiguchi Goyō, Pioggia a Yakabe, 1912-26, The Metropolitan Museum of Art

Lo shinhanga alleggerisce gli effetti dell’ukiyoe eliminando l’inchiostro sumi nero sia per i contorni sia per la resa della pioggia e conferendo delicatezza alle stampe con tonalità quasi acquerellate. Qui l’espressione spontanea della fanciulla, dall’obi decorato con fiori di ciliegio, è colta dietro raggi di pioggia luminosa.

Torii Kotondo, Pioggia, 1929

In questo bijinga si vede il riflesso della pioggia sull’ombrello.

Itō Shinsui, Pioggia primaverile, 1966

La tecnica indefinita e le velature di colore del nihonga sono molto adatte a rendere l’effetto della pioggia, alternando luci e ombre.

Kawai Gyokudō, Pioggerellina di primavera, 1942, Adachi Museum of Art

[1] dalla traduzione in inglese di John T. Carpenter sul sito del MET.

Per ulteriori approfondimenti, v. qui 

https://www.lafeltrinelli.it/libri/maria-teresa-lattarulo/l-arte-figurativa-giapponese-fiori/

https://www.amazon.it/figurativa-giapponese-bellezze-visioni-1400-2000/dp/8861945198/ref=asc_df_8861945198/?tag=googshopit-21&linkCode=df0&hvadid=555347528601&hvpos=&hvnetw=g&hvrand=10618773643724613051&hvpone=&hvptwo=&hvqmt=&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=1008463&hvtargid=pla-1456337643119&psc=1

https://www.mondadoristore.it/arte-figurativa-giapponese-Maria-Teresa-Lattarulo/eai978886194519/

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