Cerimonia del tè di Tsuki

Cerimonia del tè

Kasamatsu Shiro, Late Spring: Tea Ceremony (Zanshun--Chanoyu), Museum of Fine Arts Boston, 1932
Kasamatsu Shiro, Late Spring: Tea Ceremony (Zanshun–Chanoyu), Museum of Fine Arts Boston, 1932

Non si può comprendere l’arte del Giappone se non si conoscono gli usi e costumi del suo popolo. Come Okakura Kakuzō ha illustrato nel suo “Libro del tè”, intorno a questa bevanda e al cerimoniale della sua assunzione c’è una filosofia, un ideale di bellezza, uno stile di vita. Dunque non si può comprendere l’arte del Giappone se non si conosce la cerimonia del tè, detta in giapponese Cha no yu ( 茶の湯 ), che significa “acqua calda per il tè”.

Si tratta di un’arte tradizionale zen con precise regole che sono state codificate, ossia raccolte e fissate, alla fine del sedicesimo secolo dal monaco buddista zen Sen no Rikyū, importante maestro del tè della storia giapponese. La cerimonia del tè di Sen no Rikyū riprende la tradizione dei monaci zen Murata Shukō, vissuto nel quindicesimo secolo, e Takeno Jōō, della prima metà del sedicesimo.

La concezione di fondo è quella del wabi-cha, ossia della semplicità e sobrietà del rito, in contrapposizione con la bellezza sontuosa propugnata dal daimyo e samurai Toyotomi Hideyoshi nel sedicesimo secolo. Ne possiamo dedurre che la codificazione della cerimonia del tè da parte di Sen no Rikyū avesse anche un valore politico? E’ possibile, ma non basta a comprendere il significato di questa pratica essenzialmente spirituale.

La cerimonia può svolgersi secondo stili diversi e poiché i Giapponesi amano la natura e l’alternarsi delle stagioni che è anche un tòpos, un motivo ricorrente nella loro arte, la collocazione del bollitore cambia a seconda delle stagioni.

Vi sono forme di assunzione del tè più semplici e forme più complesse e lunghe. In tutti i casi si usa il matcha, tè verde polverizzato, che viene mescolato all’acqua calda con un frullino di bambù adeguato alla preparazione del tè. Il risultato non è un’infusione, ma una sospensione: la polvere di tè viene consumata insieme all’acqua. Il fatto che questo rito abbia un valore anche estetico lo si desume, fra l’altro, dalla ricerca dell’intonazione fra la tonalità del tè e il colore della tazza.

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